Da tempo sto pensando di proporre incontri psicologici di gruppo –o se non altro, un secchiello di camomilla collettiva- per i sempre più numerosi professionisti appartenenti alla categoria dei Social Media Manager. Anche detti Community Manager. Sì, insomma, coloro che ai più sono noti come SocialMediaCosi. Perché non esiste mestiere più bistrattato al giorno d’oggi: chi di noi non si è ancora sentito dire la famosa frase: “Ah, quindi stai tutto il giorno su Facebook. E ti pagano pure?!”? Senza contare le lotte giornaliere con i comunicatori improvvisati, quelli che “cosa ci vorrà, in fondo, a gestire una pagina social…”
Eppure, volenti o nolenti, questa è una delle professioni attualmente più richieste – e strategicamente più importanti- nell’ambito marketing e comunicazione. Un buon Social Media Manager può fare davvero la differenza, si pensi ai tanti casi di successo che abbiamo potuto studiare negli ultimi tempi (Ikea, Durex, Algida..)
Dato che mi sono un po’ stancata di lottare contro i mulini a vento e -come dicevano i saggi latini- verba volant, scripta manent, cercherò qui di spiegare il perché il mestiere del Social Media Manager è tutt’altro che semplice, e quali sono gli errori più comuni nell’approcciarsi a questa professione.
1. Inventarsi Social Media Manager
Magari ci si potesse svegliare una mattina esperti di linguaggi digitali! Purtroppo, non è così; sto ovviamente parlando della capacità di gestire profili aziendali e, di conseguenza, la brand reputation del vostro cliente. E’ un compito davvero delicato, che implica grandi competenze comunicative, capacità di coordinarsi con tutti i rami dell’azienda in questione, ma anche buone basi sociologiche e tanta pazienza; vedremo successivamente il perché. Per quanto ad alcuni sembri impossibile, quindi, bisogna studiare eccome, anche per stare su Facebook!
2. Non avere un piano
I Social Network sono parte integrante del piano di marketing dell’azienda che seguite, ricordatelo sempre! Come tale, dev’esserci dietro una strategia precisa. Chi siete? Qual è il vostro target? Che immagine di voi volete trasmettere? Quali sono i contenuti che potrebbero essere interessanti per chi vi segue? Ricordatevi di stilare la vostra linea editoriale e cercate di essere coerenti con essa.
3. Non conoscere l’italiano
Queste sono le basi, lo so, ma non bisogna mai darlo per scontato. Ripassare congiuntivi, apostrofi, regoline grammaticali varie e rileggere sempre i post prima di pubblicarli, se non volete cadere nelle grinfie di qualche grammar-nazi facendo fare una ben magra figura al brand che gestite.
4. Tutti i Social sono uguali (ma alcuni sono più uguali degli altri)
Assolutamente no! Ogni Social Network ha caratteristiche e regole ben precise; un buon Social Media Manager non deve solo conoscerle, ma saperle applicare per essere in grado di districarsi nella jungla dell’offerta comunicativa, collocandosi nel canale giusto per attuare il piano di cui sopra. Facile a dirsi, un po’ meno quando ci si trova a dover scegliere, perché…
5. Bisogna saper scegliere
Essere presenti ovunque nel modo sbagliato può essere molto più controproducente che avere una presenza minore, ma mirata. Lapalissiano, eppure è un classico vedere contenuti pensati appositamente per Facebook, riprodotti su Twitter, Google Plus, LinkedIn e quant’altro. Effetto ridondanza (e sbadigli nei fan) assicurato. L’ideale sarebbe produrre contenuti originali per ogni canale ma, nel caso non fosse possibile, lavorare al meglio sul canale ritenuto di primaria importanza strategica per l’azienda è certamente la decisione più saggia.
6. “Non c’è niente che un tenero gattino non possa risolvere!”
Ve lo chiedo per favore: basta con i cuccioli. Gattini, cagnolini, bambini in fasce: non è la soluzione per avere più like, specie se il profilo che gestite riguarda componentistiche meccaniche. Concesso soltanto se trattate prodotti attinenti all’argomento, e in tal caso siete davvero molto fortunati! Vale anche la regola contraria: il Social Network non è fatto per le comunicazioni di servizio, ma è piuttosto la finestra di dialogo privilegiata con i vostri clienti – anche con quelli potenziali. Quindi, ricapitolando: contenuti interessanti per chi vi segue, varietà nei post, sì all’emozionale, ma con moderazione. E tanto, tanto dialogo con i vostri fan!
7. Non contare fino a 10
Non si può piacere a tutti. Il mestiere di Social Media Manager, poi, è particolarmente ingrato: si sa che essere nascosti dietro lo schermo del computer imbaldanzisce anche il più innocuo degli uomini. In caso di attacchi e critiche, lasciate per un attimo da parte l’orgoglio personale e non provate a contrattaccare, né tantomeno a non rispondere o ad essere sarcastici. Aprite le orecchie, ringraziate in ogni caso per il feedback: cercate di arginare e di sfruttare a vostro favore la situazione, o rischiate di dover applicare le vostre doti di crisis management, cosa tutt’altro che semplice.
8. Più like ci sono meglio è!
Teoricamente, può anche essere vero. Molti clienti pretendono soltanto migliaia di fan, tralasciandone l’origine e la qualità; ma il numero di like non corrisponde affatto alla loro bontà e al numero di interazioni sulla pagina. Non ha nemmeno molto senso tempestare di richieste i vostri amici/parenti per qualche “mi piace” in più, se poi non hanno nessun interesse ai contenuti che pubblicate. Migliaia di fan inattivi valgono molto meno che 500 fan reali, cerchiamo di farlo capire anche alle aziende!