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Aprire partita IVA Ecommerce è obbligatorio? Tutto quello che devi sapere

Da 10 Maggio 2024Nessun Commento
Partita IVA Ecommerce obbligatoria?

prire una partita IVA ecommerce è necessario per vendere online? Per chi decide di aprire un sito di vendita online, indipendentemente dal canale di vendita scelto—sia esso un proprio sito di e-commerce, un marketplace come Amazon, o piattaforme di dropshipping—conoscere i requisiti legali e fiscali è fondamentale. 

In questo articolo, esploreremo quando è necessario aprire una Partita IVA per l’attività online e quali passi seguire per conformarsi alla normativa vigente.

Aprire la partita IVA ecommerce: quando è necessario?

Contrariamente a quanto alcuni possano pensare, l’apertura di una partita IVA non è sempre obbligatoria per chi vende online. La normativa distingue tra vendita occasionale e vendita abituale: la prima si verifica senza continuità e senza intenzione di generare un reddito d’impresa, mentre la seconda implica una certa regolarità e organizzazione, configurandosi come attività commerciale.

Pertanto, è obbligatorio aprire la Partita IVA se l’attività di vendita online si svolge in modo continuativo e organizzato, indipendentemente dal volume di ricavi generato. Questo chiarimento smantella il mito dei “5.000 euro di fatturato”, al di sotto dei quali non sarebbe necessaria la partita IVA: una convinzione errata e priva di fondamento legale.

Di conseguenza, la partita IVA ecommerce non è necessaria per le vendite occasionali.

Guida all’apertura della partita IVA per il commercio elettronico

La procedura per aprire una partita IVA ecommerce è semplice e non ha costi. É infatti sufficiente compilare uno dei moduli reperibili sul sito dell’Agenzia delle Entrate. Ciononostante, non è sempre facile aprire partita IVA, soprattutto per alcune professioni, che necessitano dell’iscrizione ad un albo professionale, e per i più inesperti, che possono trovare difficoltà nella compilazione della documentazione.

Per questi motivi, considera di consultare un commercialista che possa guidarti attraverso il processo e assicurarti di rispettare tutte le normative applicabili, comprese quelle relative agli obblighi di fatturazione elettronica. 

Ma passiamo ora ai passaggi necessari per l’apertura della partita IVA. Prima di tutto, esistono dei requisiti necessari per poterlo fare: 

  • maggiore età: devi avere almeno 18 anni; 
  • capacità di intendere e volere;
  • residenza sul suolo italiano. 

Se rispetti questi prerequisiti, è poi essenziale determinare se la tua attività rientra nella categoria di vendita abituale. Se gestisci un negozio online strutturato, la risposta è quasi certamente affermativa.

Dopodiché, dovrai scegliere il modello corretto da compilare tra il modello AA9/12, relativo alle persone fisiche, e il modello AA7/10, relativo a soggetti diversi dalle persone fisiche. Attenzione: devi consegnare questo documento entro 30 giorni dalla data di apertura della tua attività.

Durante la registrazione, ti sarà inoltre richiesto di scegliere il codice ATECO appropriato per la tua attività. Questo codice identifica la categoria merceologica della tua vendita e influisce su regolamenti specifici e possibili agevolazioni fiscali. Puoi trovarlo sul sito dell’ISTAT.

Le diverse modalità di vendita online e la partita IVA

Sul web esistono diversi canali commerciali ed ognuno prevede diverse modalità di vendita, che influiscono sulla partita IVA.

Operare un e-commerce proprio, ad esempio, implica la gestione completa del processo di vendita, dal marketing alla logistica, richiedendo l’apertura della partita IVA, trattandosi di un’attività commerciale a tutti gli effetti.

Ma esistono anche altri canali, il più noto e frequentato dei quali è il cosiddetto marketplace. Vendere su piattaforme come Amazon o eBay implica spesso l’apertura della partita IVA, soprattutto se la vendita è sistematica e organizzata, ma si possono anche vendere occasionalmente prodotti senza partita IVA.

Esistono poi soluzioni innovative e relativamente recenti, come il dropshipping. Questo modello, che prevede la vendita di prodotti spediti direttamente dal fornitore all’acquirente, richiede anch’esso la partita IVA, data la natura continuativa dell’attività.

Anche per pratiche come il reselling, che consiste nel rivendere prodotti particolarmente ricercati o fuori produzione, comporta l’obbligo di aprire una partita IVA se l’attività è organizzata e regolare. E la stessa cosa vale per il commercio second-hand, la vendita di beni usati, che richiede la partita IVA se effettuata in modo continuativo, nonostante sia occasionale.

Conclusioni

L’apertura di una partita IVA ecommerce è un obbligo che dipende dalla natura e dalla regolarità dell’attività commerciale. I venditori devono essere informati e preparati a rispettare gli obblighi fiscali per evitare sanzioni e garantire la crescita sostenibile del loro business. Avvalersi di risorse affidabili e, se necessario, di consulenze professionali, è la chiave per navigare con successo nel complesso panorama dell’e-commerce.