Qualche settimana fa abbiamo parlato di un software fondamentale per aiutare il tuo e-commerce sul web: il CRM (qui l’articolo). Nell’articolo di oggi partiamo proprio da questo strumento per introdurre il concetto di remarketing.
Quante volte sarà capitato che un utente visiti il tuo sito, sfogli i prodotti dello shop, magari aggiungendone anche qualcuno al carrello, ma poi, alla fine, chiuda la pagina senza aver acquistato niente? Probabilmente spesso, molto più spesso di quanto vorresti. Ma come fare per accorgersene? Grazie al CRM, ovviamente.
Ma sapere la percentuale di utenti che visitano il tuo e-commerce senza comprare niente diventa inutile, se non si pensa ad un modo per farli tornare sui propri passi. Ed è qui che entra in gioco il remarketing, una strategia di marketing ideata per “recuperare” gli utenti che, per qualsiasi ragione, non hanno generato conversioni sul sito.
Cos’è il remarketing?
Il remarketing è una strategia commerciale che si focalizza intorno ad un target estremamente preciso e ristretto: i potenziali clienti che hanno già visitato il sito, senza però acquistare niente. Il semplice fatto che essi abbiano visitato il sito è sintomo di interesse verso il settore commerciale e i prodotti venduti dal tuo e-commerce. Cercare di attirare nuovamente questi potenziali clienti può perciò facilmente tradursi in una strategia vincente per incrementare il business. Ma come fare?
Una buona strategia di remarketing inizia dal monitoraggio dei visitatori del sito e delle azioni che essi compiono durante la navigazione. Ciò è possibile grazie al già citato CRM, anche se da quest’anno le cose sono cambiate.
Addio cookies di terze parti 2022
A partire dal 1° gennaio 2022 Google ha smesso di supportare i cosiddetti cookies di terze parti. La notizia non è recente, tanto che ne abbiamo ampiamente parlato già in un articolo del dicembre dell’anno scorso. Questo cambiamento tocca ed influenza diversi settori, fra cui anche quello del remarketing.
Fino all’anno scorso, infatti, il gestore di un sito e-commerce era in grado di tenere traccia di un gran numero di dati su ciascun utente: la sua identità, le operazioni compiute all’interno del sito e perfino i suoi gusti e preferenze. Ciò era possibile grazie ai cookies, delle stringhe di codice che venivano automaticamente installate sul pc dell’utente, quando quest’ultimo accettava la Privacy and Cookies Policy. Questi “gettoni” erano di fondamentale importanza per fare remarketing.
Ti è mai capitato che, dopo aver visitato un sito di un famoso brand di abbigliamento, ovunque tu navighi ti vengono mostrate pubblicità di quello stesso sito o brand? Se la risposta è sì, allora hai avuto a che fare con una strategia di remarketing che sfruttava i cookies. Ma ora le cose sono cambiate, poiché Google spinge verso una maggiore privacy degli utenti del web. Se prima, per tracciare la propria clientela, era sufficiente una sorta di “silenzio assenso”, ora è necessario un consenso esplicito. L’utente deve cioè accettare i cookies di profilazione, cliccando un apposito tasto e, in caso contrario, non sarà possibile monitorare le sue azioni.
Questo cambiamento rischia di penalizzare fortemente le strategie di remarketing, che dovranno ora adattarsi ed utilizzare un approccio di tipo statistico. La riuscita di una campagna di remarketing dipenderà quindi dall’abilità di chi la gestisce.
Remarketing: come fare?
Anche dopo l’addio ai cookies di terze parti, il remarketing può comunque rivelarsi uno strumento estremamente utile per il tuo e-commerce poiché ti consente di contattare i tuoi potenziali clienti al di fuori della piattaforma del tuo sito. Esistono infatti diversi canali utilizzabili per fare remarketing: Google, Facebook e Instagram e le e-mail. Vediamoli.
Un ottimo strumento offerto da Google per il remarketing è Google Ads, grazie al quale è possibile creare elenchi di pubblico tramite il pixel fornito da Google Analytics. Quest’ultimo si comporta come un cookie ed è perciò in grado di rilevare con grande precisione gli utenti che hanno abbandonato il tuo sito prima di comprare qualcosa. Con questi dati alla mano, potrai creare gruppi di pubblico, suddivisi ad esempio sulla base di quanto in là si sono spinti nel processo di acquisto, prima di abbandonarlo. Il gruppo più interessante in questo senso è rappresentato dagli utenti che più si sono avvicinati all’acquisto, ovvero quelli che hanno aggiunto prodotti al carrello, ma non hanno comprato.
A partire da questi gruppi, si possono poi pubblicare numerose tipologie di annunci ad hoc, secondo le modalità offerte da Ads: annunci sulla rete di ricerca, annunci sulla rete display e sulla rete discovery. Ogni elenco di pubblico avrà una strategia dedicata, con lo scopo di attirarli nuovamente verso il tuo sito.
Facebook/Instagram
Aggiungendo al tuo sito il pixel di Facebook, è possibile mostrare inserzioni pubblicitarie su Facebook e Instagram, sfruttando la popolarità dei due social per sponsorizzare la tua attività. Tramite il Business Manager, il pannello di controllo gestionale della tua pagina Facebook, potrai creare segmenti di pubblico personalizzati, sulla base del loro comportamento sul tuo sito. In modo analogo a quanto detto in precedenza, a partire da questi segmenti di pubblico potrai studiare strategie specifiche per ognuno di essi.
L’alternativa alle soluzioni precedenti è quella di contattare i potenziali clienti “personalmente” tramite l’invio di una e-mail che li inviti a tornare sul sito. Questa strategia si è rivelata particolarmente efficace nei casi di abbandono del carrello. Secondo le stime, a livello globale sono oltre il 70% i carrelli che vengono riempiti e abbandonati prima di concludere l’acquisto.
Una strategia di remarketing mirata a questa tipologia di utenti può farti recuperare clienti, almeno in parte. Secondo una ricerca di SaleCycle, infatti, le e-mail ricevute entro un’ora hanno una percentuale di successo del 6,33%, dato che dopo le prime 24 ore scende all’1,74%.
Digife
Abbiamo visto come una buona strategia di remarketing può risultare fondamentale per riportare gli utenti sul tuo sito e massimizzare i guadagni. Si tratta tuttavia di un’operazione molto complessa, che necessita di ampie conoscenze e analisi accurate.
Perciò è bene affidarsi alle mani esperte di un gruppo di professionisti del settore come Digife, che potrà guidarti nella scelta della strategia e del canale migliore per il tuo e-commerce. Solo così potrai selezionare un target mirato che ti permetterà di minimizzare i costi e massimizzare i guadagni.
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